"Se non mi ha visto nessuno, io sono davvero qui? E se non sono qui, allora da dove provengono tutti questi sogni, sempre che di sogni veramente si tratti?" (Pynchon)

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lunedì 11 gennaio 2010

"American Gods" di Neil Gaiman

3 anni di prigione non sono piacevoli per nessuno. La prospettiva di tornare a casa dall’amata moglie però può aiutare a sopportare l’attesa…tranne nel caso in cui tua moglie non muoia in un incidente stradale 3 giorni prima che tu esca di prigione.
È in questa situazione che si trova Shadow: dopo 3 anni di galera, per aver quasi ucciso 2 uomini, si trova a non avere più nessuno; tranne uno sconosciuto. Mr Wednesday, un uomo distinto che Shadow incontra su un aereo e che sembra conoscerlo molto bene, gli propone di lavorare per lui, prima che “la tempesta arrivi.”.
Shadow è costretto ad accettare, non sapendo che quell’uomo lo porterà in una lotta senza quartiere tra nuovi dèi e vecchi dèi, oramai in declino.

American Gods è un libro con una trama non convenzionale densa di elementi fantastici, una tipica trama da Neil Gaiman ( Autore, tra l’altro, del fumetto cult The Sandman ) insomma, che dietro un apparato puramente ludico e non impegnativo nasconde riflessioni profonde e situazioni adulte.
Il senso del libro, come si evince sin dalla trama, è l’avvicendamento degli dèi, creati dagli uomini per i loro bisogni, per avere qualcuno a cui affidarsi, qualcuno da temere, qualcuno contro cui puntare il dito se qualcosa va storto, che smettono di essere temuti e onorati non appena l’uomo non trova qualcosa più conforme alle sue nuove esigenze.
Ed è così che, se un tempo gli uomini si affidavano al dio Odino affinché li proteggesse nei loro viaggi verso la sconosciuta America, ora si affidano al dio GPS, abbandonando Odino, e così via.
Il senso del libro, se protratto nel futuro, è terribile: pensando ai vecchi dèi delle varie mitologie ( Che nel libro compaiono tutte, dal pantheon nordico fino al Baron Samedi della religione Voodoo ), tutt’al più ora potremmo farci una risatina, pensando a quanto fossero sciocchi gli antichi che li idolatravano. E ora? Forse che i vari blog, la televisione, Facebook, le macchine, eccetera, non sono nuove rappresentazioni di dèi? E quando troveremo qualcosa di meglio, non ci troveremo con
decine di rottami, dimenticando ciò che fino a ieri per noi era vitale? Sotto questo punto di vista mi sento di consigliare American Gods, un libro con una trama particolarissima e mai convenzionale, scritto estremamente bene, con dei magnifici scorci sulle altre culture e sulle mitologie degli altri popoli, che pecca tuttavia in un unico aspetto: le vicende sembrano non partire mai. Almeno all’inizio ci troveremo a leggere una serie di eventi, e a pensare “E allora? Quando si inizia?”.
Superato questo scoglio ci si troverà di fronte ad un capolavoro della letteratura contemporanea, che dimostra come per riflettere sul presente non ci sia bisogno per forza di crude rappresentazioni della realtà, ma lo si possa fare anche in modo…diverso.

Prezzo 10,50 euro
Editore: Mondadori
Data di uscita 14/04/2003
Pagine: 523

Recensione a cura di Matteo

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