"Se non mi ha visto nessuno, io sono davvero qui? E se non sono qui, allora da dove provengono tutti questi sogni, sempre che di sogni veramente si tratti?" (Pynchon)

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venerdì 5 febbraio 2010

"The dome" di Stephen King

Il Re è tornato.
La locuzione sembra alquanto scontata quando si parla dell’ultimo lavoro di Stephen King, ma mai come questa volta risulta essere veritiera. King si lascia alle spalle gli ultimi lavori poco apprezzati dal pubblico, soprattutto Italiano, e torna a giocare con gli elementi tipici della sua prosa, stando attento questa volta a non cadere nella trappola del “già visto – già sentito”.
Benvenuti a Chester Mill’s, Maine, una ridente e tranquilla cittadina della provincia ameri-cana. L’estate sta per lasciare il passo all’autunno e le foglie sugli alberi si accendono del loro arancione caratteristico, ma quel giorno di Ottobre l’attenzione degli abitanti viene rivolta da tutt’altra parte. Una cupola di vetro, di dimensioni gigantesche, s’innalza da terra e si chiude a cilindro sopra l’intera città, creando una barriera inaccessibile da entrambi i lati. Chi è dentro è dentro e chi è fuori è fuori, ed ogni tentativo di penetrare la barriera si riduce ad un fuoco di paglia.
In questo piccolo mondo idealmente staccato dal resto dell’universo, si susseguono le vicende dell’ex Marine Dale Barbara – soprannominato Barbie - e della giornalista Julia Shumway, che insieme ad altri personaggi forgiati in puro stile Kinghiano (si pensi al cattivo della situazione, Big Jim Rennie, secondo consigliere comunale, o al figlio Junior, che in qualche modo ci ricorda l’Henry Bowers di It) si combattono a vicenda per salvare la comunità dalla sua stessa autodistruzione. Ma il concetto di comunità, quando il potere finisce nella mani dei cattivi della situazione, diventa qualcosa di molto personale, e allora ogni mezzo sarà lecito per sconfiggere l’avversario. Big Jim è l’apoteosi del politico ipocrita, cinico e senza scrupoli, che si nasconde dietro la maschera del devoto religioso. Il figlio Junior e la sua banda di compagni diventano l’arma del nemico per creare uno Stato di Polizia interno alla Cupola, dove ogni azione non tollerata viene punita in maniera definitiva.
Ma gli abitanti del Mill’s dovranno fare i conti anche con la Cupola stessa, che giorno dopo giorno diventa la più angosciante delle loro paure.
Un romanzo sociologico, mischiato con qualche tinta horror che i fan non potranno non apprezzare, che indaga i mali di una società incapace di autogestirsi, dove chi ha il potere lo sfrutta a piacimento per i propri fini. Stephen King questa volta si sbarazza degli archetipi del romanzo gotico e ci descrive un mondo in cui la corsa al potere si divide tra buoni e cattivi, e in cui la Cupola stessa, ad un certo punto, diventa quasi una fonte di guadagno. The Dome è uno dei suoi lavori migliori, perché sposa gli elementi tipici della sua scrittura ad una prosa matura che sa cosa vuole dirci, e di questo sarà contento il lettore. I personaggi che ci accompagnano nel lungo viaggio (si tratta di 1030 pagine) risultano forse un po’ troppo legati a certi cliché di genere, ma durante la lettura non possiamo non sentirli anche un po’ nostri e per questo amarli.
Ameremo anche la Cupola, ad un certo punto, ma sarà una cosa breve, proprio come il tempo che rimane a Barbie & Co per salvarsi.

Prezzo 23,90 euro
Editore Sperling & Kupfer
Data di uscita 20/10/2009
Pagine 1056

Recensione a cura di Massimo Piana

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