"Se non mi ha visto nessuno, io sono davvero qui? E se non sono qui, allora da dove provengono tutti questi sogni, sempre che di sogni veramente si tratti?" (Pynchon)

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lunedì 31 maggio 2010

"1984" - George Orwell

Un capolavoro. Senza timore di smentita.
Siamo nel 1984, in un futuro postbellico non molto dissimile dal nostro (Orwell nell’identificare quella data non ha fatto altro che invertire le cifre dell’anno di stesura del libro, il 1948). Il mondo è suddiviso in tre grandi stati (Oceania, Eurasia ed Estasia) che sono continuamente in guerra tra loro. Una volta è l’Oceania che combatte con l’Estasia, un’altra è l’Eurasia che dichiara guerra all’Oceania e avanti così. In questo gioco della guerra senza fine, seguiamo le vicende del londinese Winston Smith, funzionario del Partito, e la sua lotta contro i principi del Socing e del Partito stesso. Il Partito è la mano invisibile che governa lo stato dell’Oceania secondo i principi del Socing (i cui temi si riassumono nei seguenti: l'ignoranza è forza, la guerra è pace, la libertà è schiavitù) e a capo del quale si staglia una delle figure più angoscianti dell’intero romanzo, Il Grande Fratello. Esso è il capo per eccellenza, al quale nulla sfugge e nulla può essere nascosto, che controlla la vita di ogni singolo aderente al Partito attraverso l’uso di televisori nascosti nelle abitazioni di ogni persona. La sua mano armata è costituita dalla Psicopolizia, deputata a controllare ogni individuo e ad arrestare chiunque commetta lo Psicoreato (ecco, lo Psicoreato. Una delle invenzioni più geniali del libro: il reato di comportarsi, pensare o anche solo provare a pensare contro il Partito).

Winston Smith lavora per il Ministero della Verità, istituzione interna al Partito che ha il compito di modificare le notizie del passato a favore delle volontà del Grande Fratello (per fare un esempio, se oggi l’Oceania dichiara guerra all’Eurasia e si allea con l’Estasia, il Ministero dovrà cancellare ogni notizia antecedente per far credere che da sempre sia stato così). Ma Winston non ci sta, e cova dentro di sé il desiderio di rovesciare questo sistema totalitario e di riportare la libertà ovunque. Se c’è una speranza per farlo essa si trova nei prolet, è il suo pensiero, e allora insieme a Julia, un'altra ribelle, inizia a trasgredire alle dottrine del Socing: fa l’amore con lei per piacere (cosa profondamente vietata dal Partito), si incontra in segreto nei quartieri dei prolet e, soprattutto, pensa contro il Partito.
La sua integrità nei confronti del Socing è profondamente compromessa, e lo sarà ancora di più quando Winston incontrerà O’Brian, un altro ribelle del Partito che però cova in sé un segreto inaspettato.

Niente spoiler, mi spiace. Il romanzo per eccellenza della cultura distopica inglese va letto tutto d’un fiato senza ogni sorta di anticipazione. Orwell ci guida in un mondo angosciante all’inverosimile, in cui ogni intento umano viene cancellato e guidato dalla mano del Partito, in cui l’istinto dell’essere libero si china davanti al volere supremo del dittatore per eccellenza, il Grande Fratello. Il protagonista Winston Smith è come noi: vive in un mondo che semplicemente non accetta e si adopera in ogni modo per corrervi contro. Trasgredire è la sua regola, e Winston lo fa solamente per liberare il suo istinto: inizia a tenere un diario personale (indice di deliberata volontà individualistica e quindi di Psicoreato); incontra una ragazza e decide di fare l’amore con lei (cosa vietata dal Partito, in quanto esso accetta il sesso solo al mero fine della procreazione); si interessa di come rovesciare il Partito. Ma Winston è un membro del partito, porta la divisa e serve ai suoi ordini, e la sua volontà di passare dall’altra parte della barricata (dalla parte dei prolet) risulta effimera e senza via di scampo.
1984 è un capolavoro. Chi ha intenzione di leggerlo spesso si troverà a fermarsi, infilare l’indice nella pagina e serrare il libro solo per chiedersi: E se fosse davvero così? E se la storia come la conosciamo noi fosse realmente così?
Libro triste, a tratti angosciante, che però diventa anche un monito per tutte le generazioni: Orwell ci avverte dei nostri limiti, ricordandoci che la libertà non è un principio scontato, e che la lotta per il suo mantenimento dipende da noi stessi.
L’unica soluzione alternativa a quel punto è trasgredire, con i prevedibili effetti che essa può avere.

Prezzo 10 euro
Editore Mondadori
Pagine 336

Recensione a cura di Massimo Piana

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