"Se non mi ha visto nessuno, io sono davvero qui? E se non sono qui, allora da dove provengono tutti questi sogni, sempre che di sogni veramente si tratti?" (Pynchon)

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martedì 5 gennaio 2010

"Quando le radici" di Lino Aldani

La cosa che forse colpisce del futuro distopico di Aldani è che l'Italia (e forse tutto il mondo, anche se non ci viene detto) sembra aver perso qualsiasi titpo d'identità. Non solo l'identità naturale, bestiale della nostra essenza (la gente qui vive qusi tutta nelle città ormai diventate megalopoli, e solo pochi "trogloditi" continuano imperterriti ad abitarne fuori, in casupole sgarruppate senza neanche più l'elettricità), ma anche quella politica. Ne è un esempio a pagina 81, quando il protagonista fa una domanda a un politico:

Arno montò su tutte le furie. Con acrimonia: - Fammi il piacere - disse con voce sprezzante. - Viviamo nel casino più completo, in piena Babilonia. Prova a rispondere a questa domanda: che forma di governo abbiamo? Siamo un paese capitalista o socialista?


Il Politico, ovviamente, resta muto. E' questo perdita di ogni chiarezza identificativa che fa perdere la testa a chi ancora ha la capacità di pensare. Gli altri sono sedati da questa condizione senza basi, magari facendosi aiutare dalle droghe ormai legalizzate, o dal sesso che non ha più tabù frenanti.

Non così chi ha ancora la capacità di vederesi dentro, nella piena lucidità, e trovarvi il vuoto più triste. Non per niente i suicidi non sono infrequenti, persone che sbroccano e si buttano giù dai palazzi, perché è l'unico modo per porre fine, per fuggire da quella condizione che non è più umano.

Non è il caso di Arno, che, non potendo cambiare il mondo, può almeno afferrare delle radici concrete con cui rinsaldarsi nella terra, con cui ritornare se stesso, forte di un'identità ben precisa. Per questo molla tutto, il lavoro odioso e letteralmente inutile (un altro sedativo per tenere buoni), il sesso disponibile, e decide di ritornare al posto della sua infanzia, per lui unico angolo di paradiso ancora non sepolto dal cemento di autostrade inarrestabili.

Vicenda umana piccola, isnignificante, ma dal messaggio potente, quindi. Tutto impreziosito da uno stile, da una scrittura di alta qualità che non fa sfigurare l'accostamento ad autori come Pavese.


Prezzo 5,50 (in Italia)
Mondadori (Urania Collezione)
Data di uscita: disponibile, da richiedere all'Ufficio Arretrati
Pagine 250

Recensione a cura di Gran Dux Gargaros.

1 commento:

  1. Questa recensione mi ha fatto venire davvero voglia di leggere questo libro. Grazie Gargaros! :)

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