"Se non mi ha visto nessuno, io sono davvero qui? E se non sono qui, allora da dove provengono tutti questi sogni, sempre che di sogni veramente si tratti?" (Pynchon)

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domenica 25 aprile 2010

"Diluvio di fuoco" - René Barjavel

Questo romanzo comincia malino: la prima parte, in pratica una trentina di pagine, servono all'autore per spiegare il mondo in cui si ambienta la storia. Queste spiegazioni però s'intromettono nel racconto e assumono troppo l'aria di paragrafi divulgativi: in altre parole, c'è un profondo distacco formale tra storia e disquisizioni. L'autore era al suo primo romanzo, non ha saputo bene amalgamare nella natura narrativa le varie informazioni "di contorno".
Ho proceduto a fatica, chiedendomi per quali motivi un romanzo tanto mediocre, sul piano artistico, venisse proposto come classico della SF. Poi la situazione è cambiata da così a così.
La città tentacolare, stratificata, dedalica, diventa una trappola mortale quando scompare dal mondo l'elettricità che aveva pasciuto l'Uomo in una tranquillità infinita. E' la fine di tutto, delle certezze umane, del benessere tecnologico, e l'autore prende a narrare con un'efficacia incredibile il pellegrinaggio, o meglio la fuga dalla città invivibile, dei protagonisti, diretti in un luogo di campagna in cui sperano di trovare salvezza. Il libro diventa così una bella avventura, drammatica, cruda e credibile.
L'ultima parte assume un tono da "bibbia", il protagonista diventa un "Patriarca", ci viene detto che i libri vengono bruciati (tranne quelli non pericolosi "eccetto che per i loro autori"), che la scrittura è appannaggio dei capi dei villaggi; e questa inflessione serve per rivelare la morale, che è riassumibile in quste parole: l'uomo cerca di sfuggire alla fatica, perciò ha aguzzato l'ingegno in idee che gli sgravassero da questa brutta bestia. Ma quando la tecnologia rammollisce la volontà e la forza dell'uomo, basta privargli di questa per farlo cadere nella distruzione più assoluta.
Non che io sia d'accordissimo con questa morale. Ci sarebbe da specularci sopra per capire che l'uomo non è salvabile dalla sua inventiva. La ragione è dell'uomo. La tecnologia, la scoperta è frutto della ragione. E non è sempre vero che ce ne serviamo solo per poterci lavare le mani...


Urania Collezione, Mondadori
Prezzo: 4,90 euro
Disponibile

Recensione a cura di Gran Dux Gargaros

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