"Se non mi ha visto nessuno, io sono davvero qui? E se non sono qui, allora da dove provengono tutti questi sogni, sempre che di sogni veramente si tratti?" (Pynchon)

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lunedì 21 giugno 2010

"Shining" - Stephen King

L’Overlook è un grosso e imponente albergo che si staglia in mezzo alle Rocky Mountains del Nevada. Hotel di lusso, ritrovo dell’America bene e meno bene ma comunque facoltosa, l’albergo apre i battenti ai primi di Marzo e li chiude a fine estate, quando la neve e le temperature glaciali lo obbligano a chiudere per la stagione.
Jack Torrance, scrittore e uomo fallito con un passato burrascoso incline all’alcool e alla violenza, trova lavoro come custode dell’albergo durante il periodo invernale: insieme alla moglie Wendy e al figlio Danny, si trasferisce all’Overlook e lì vi passerà l’intera stagione isolato dal resto del mondo.
Eppure, come in ogni libro di King che si rispetti, l’aria che aleggia attorno all’albergo non è delle più rosee. Il primo ad accorgersene è proprio Danny, ragazzino di 5 anni che grazie ad uno strano potere che in pochi hanno (il luccichio, o shining se preferite) è in grado d percepire l’aurea malvagia che circonda l’imponente costruzione.
Armato solo delle proprie paure e delle promesse di un vecchio cuoco di colore, Danny inizia a captare presenze demoniache all’interno dell’albergo: cadaveri decomposti immersi nelle vasche da bagno, macchie di sangue sui muri e quant’altro in pure stile del Re. Ma, se da un lato il piccolo ragazzo e la madre percepiscono il pericolo e tentano di respingerlo, Jack Torrance ne rimarrà al contrario affascinato, e senza accorgersene inizierà a diventare anch’egli parte dei delitti e della girandola di fantasmi e presenze che attanaglia l’albergo. Il suo nuovo padrone – l’Overlook - lo guiderà contro la sua stessa famiglia, in un turbine di follia che cresce allo scoccare di ogni ora, fino all’arrivo della mezzanotte...

Stephen King ci presenta uno dei suoi libri più riusciti. Come chi legge i suoi romanzi ben sa, l’albergo malefico che sovrasta le paure dei protagonisti è solamente un espediente. King racchiude i suoi personaggi in un tugurio di lusso, immenso al punto giusto da poter nascondere ogni sorta di tranello eppure piccolo e claustrofobico tanto da rendere la fuga verso il mondo impossibile. Qui da vita alla storia, una storia in cui le paure così normali della gente prendono vita e si mischiano a quel tocco di soprannaturale che fa da ciliegina sulla torta (sì, è vero, i fantasmi sono roba vecchia, ma come te li mette sul piatto King è tutt’altra storia). Ciò che infatti rende il romanzo così terrificante è proprio la normalità che c’è dietro: la moglie debole, il figlio indifeso, e l’unico uomo della casa che perde la ragione e inizia a luccicare di follia. Ecco l’ingrediente che funziona. Più la storia ci sembra reale, più la storia ci sembra vicina, più per noi diventa terrificante. E’ una regola aurea per chi scrive horror, e King è stato uno dei primi a buttarla nero su bianco e a chiedersi: vediamo se funziona. Bè, considerando anche l’anno di pubblicazione (siamo nel 1977) sì, funziona.
E anche la sottotrama che sta dietro al romanzo, pur palesando limiti prettamente strumentali, in un certo senso cammina da sola: l’albergo che vive di vita propria, i delitti che vi sono stati perpetrati e le storie dei vari personaggi non brillano forse per originalità, ma di certo hanno una particolare corposità che è innegabile. Lo scotto da pagare è forse la lentezza della prima parte del libro, che obiettivamente si muove in maniera quasi monotona almeno per le prime 200 pagine, ma che si dispiega egregiamente sul finale.
Insomma, alla fine della lettura ci si sente pieni, e nonostante i temi del libro non ricalchino questioni troppo profonde (forse l’unico degno di nota è il rapporto padre-figlio-madre che si instaura per quasi tutto il romanzo) ciò che più conta è che la storia non ci lascia con domande irrisolte. Tutto quadra. Il marchingegno ingrana. Questo è l’importante.
Dopotutto, di fiction stiamo parlando.

Editore Bompiani
Prezzo 9,20 euro
Pagine 432

Recensione a cura di Massimo Piana

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